L'organismo umano, in sé, è una struttura perfetta, mirabilmente bilanciata. Esso però è aggredibile e sbilanciabile non soltanto dall'esterno, dagli agenti patogeni, ma anche dall'interno, dai «tarli» della mente:paura, tensione, ansia, che quando sono davvero grandi creano dei «nodi» variamente localizzati e a propria volta capaci di compromettere l'equilibrio, anche fisico, generale.
Il massaggio secondo la tecnica americana del Rebalancing – letteralmente: ribilanciamento – ha proprio lo scopo di scoprire questi«nodi» e scioglierli, sino a riaprire la strada al libero fluire dell' energia vitale, cioè a ripristinare l'equilibrio psicosomatico ideale.
E' un metodo che, come si vede, ha un'impostazione«filosofica», ma ottiene anche effetti praticissimi: la scomparsa di mal di schiena, dolori alle gambe,gonfiori agli arti e tendiniti. Tuttavia, naturalmente, è ,efficace soprattutto contro depressione, stanchezza , stati di nervosismo, di irritabilita'. In un caso, perfino, ha favorito il ritorno alla fecondita'.
I problemi centrali, qui, sono la tensione e quel disagio diffuso, quel malessere sottile che poi si «somatizza», si trasferisce nel corpo, da psichico diventa organico,generando mille piccoli (e non piccoli) guai fisici, difficili da risolvere.
Piero, 45 anni, insegnante, soffriva di insonnia. Sempre stanco, sempre stressato, non gli bastavano più i blandi sedativi: cominciò ad abusare di ansiolitici.
Finché, quasi per caso, decise di sottoporsi a qualche seduta di Rebalancing: adesso, quando proprio ha avuto una giornataccia, ricorre al massimo a una buona tazza di camomilla, e basta.
Anna, ventottenne, dopo sei anni di matrimonio non era ancora riuscita a rimanere incinta (niente di «organico»,assicuravano i maggiori centri di cura della sterilità): il Rebalancing, consigliatole da uno psicoterapista, l'ha aiutata a ristabilire l'equilibrio psichico, prima che quello somatico; le ha tolto quell'ansia che probabilmente svolgeva un'azione inibitoria, impedendole di concepire il figlio che pure nel profondo desiderava, e che ora, in effetti, è arrivato.
Due testimonianze a favore del rebalancing, termine inglese che significa ribilanciamento, tecnica massoterapica che può riequilibrare le nostre energie vitali.
La sua maggiore esperta in Italia è Unmila Malfatti, 42 anni, milanese: «Si tratta di una nuova metodica, che viene dall' America, dove io l'ho imparata, diplomandomi all'Academy of rebalancing nell'Oregon: una scuola di terapia al livello universitario, diretta dallo psicoterapeuta Henry Peloquin.
Si tratta di un massaggio profondo, che tende a ristabilire la normalità energetica, "lavorando" appunto sul corpo».
I benefici maggiori si ottengono in particolare contro mal di schiena, dolori cervicali o alle gambe, gonfiori degli arti, tendiniti. Ma anche e soprattutto in casi di depressione, stanchezza ingiustificata e frequente, stati di nervosismo e di irritabilità.
La durata dei trattamenti,naturalmente, dipende dalla gravità del disturbo e da come ad essi risponde il paziente. Si va di solito da uno-due mesi fino a un anno, a una frequenza di una seduta 'alla settimana.
Ogni seduta costa dalle 60 alle 90mila lire ed è in media di 90 minuti, ma può arrivare anche alle due ore, di cui i primi 15minuti sono dedicati a un colloquio, molto libero,importante soprattutto all'inizio del trattamento (sul motivo della scelta del rebalancing, sulle aspettative, sui problemi che stanno in particolare a -cuore al paziente) .
Rimuovere i blocchi
Ma vediamo come lavora il «maestro» del Rebalancing, Henry Peloquin: «Osservo bene la persona che ho davanti a me, come "si tiene" nel proprio corpo, come lo usa, come cammina, come si alza, come si distende. "Catalogo" quelli troppo curvi, quelli troppo impettiti. Guardo le loro difese: come "trattengono" le loro tensioni e le loro emozioni, E poi agisco su di esse.
Le sedute di Rebalancing non di rado si chiudono con un pianto improvviso, liberatorio, o con una larga risata serena, se lo sblocco è riuscito.
Perché tutto è, in certi casi,immagazzinato e rinchiuso nel corpo: il rebalancer deve allora rintracciare le antenne emozionali del paziente, fargliele ritrovare. Il suo tocco è uno scavo in profondità, un dialogo al livello non verbale, che infonde fiducia».
Spiega ancora l'allieva milanese di Peloquin, Unmila Malfatti: «La maggior parte delle persone esiste, in un certo senso, solo mentalmente: intellettualizza tutto. Ha come perduto l'esigenza fondamentale di vivere il proprio corpo, di comunicare col proprio corpo. lo cerco di aiutarli a recuperare questi bisogni e queste facoltà essenziali: ciò che tiene lontano dall'esperienza corporea è proprio la tensione.
È la paura, terribile strumento di difesa dalle aggressioni temute,che finisce con lo spegnere le emozioni, e la loro carica vitale. Con le mani cerco di sbloccare i centri di questa tensione, dopo averli individuati: nel petto (dov'è il cuore?), nell'area pelvica (sede di moltissima energia), nel plesso solare (come si respira ?»).
Il Rebalancing dunque è definibile come un massaggio in profondità con l'ambizione di individuare e sciogliere le tensioni e di «rimodellare» l'unità psicocorporea, restituendola alla naturalezza e alla scioltezza perdute,attraverso anche il rapporto di fiducia che viene a istituirsi tra paziente e rebalancer.
Sciolti i nodi critici e i punti d'angoscia, il terapeuta incontra la parte più intima, ma anche la più genuina, della persona che si sottopone al massaggio.
Ispezione e scoperta
Per la terapia è importante, prima di tutto, che il paziente si senta a proprio agio, tranquillo e "abbandonato" Solo così è possibile per il rebalancer andare a scovare i vari «blocchi» delle sue emozioni e dei suoi sentimenti.
Tutti abbiamo almeno un punto debole, dove ci irrigidiamo e inconsciamente fissiamo le nostre tensioni, che poi il nostro corpo «fotografa» e trasferisce su di sé. Ne derivano una spalla più alta o più curva, la testa sbilanciata all'indietro o protesa in avanti, la zonapelvica contratta o le anche rigide.
Musica discreta come sotto fondo rilassante, il paziente, o la paziente,sono lì, distesi sul lettino, mentre il rebalancer, con le proprie mani, lentamente, delicatamente, passa in rassegna le varie parti del suo corpo,partendo dal capo.
Le prime sedute si affrontano, almeno all'inizio, nella posizione prona, cioè a pancia in giù, perché dà più sicurezza: i pazienti, che restano in slip, si sentono così meno imbarazzati, nelle mani di una persona ancora quasi sconosciuta. Ma presto poi si stabilisce la reciproca fiducia.
La colonna vertebrale viene dolcemente «ispezionata»: un accurato controllo,che evidenzia subito i tratti rigidi, spia immediata di guai da riparare. I «nodi» vengono poi cercati nelle altre parti del corpo, nell'addome, nel petto, negli arti.
Si ricorre, per porvi rimedio, a tanti tipi di massaggio, secondo tecniche provenienti anche da diverse altre metodiche, soprattutto dallo shiatzu giapponese: per «allungare» i muscoli o per rilassarli, o per farli «riascoltare», e senza dolore, al paziente.
«Vivo il mio lavoro come un'avventura sempre nuova nell'ignoto»,commenta la Malfatti. «Ogni volta do e prendo,"capto" l'energia della persona che tocco, identifico la sua negatività e la sua positività. È così che riesco ad "avvertirla" delle tensioni nascoste nel suo corpo, incoraggiandola a prenderne consapevolezza, per scioglierle e rimodellarsi, per ribilanciarsi, appunto».
La respirazione e l'attenzione al respiro, in particolare, costituiscono un fondamento del rebalancing: raramente respiriamo bene. Perché? Quasi per la paura di vivere sino in fondo, forse per difenderci dai tanti problemi che ci assediano.
«Sbloccando il respiro si comincia già a far circolare l'energia, finalmente libera, in tutta la sua pienezza e generosità, nell'organismo intero», continua Unmila Malfatti. «Respirare vuoi dire vivere: essere consapevoli del proprio respiro-è il primo-passo-verso l'accettazione totale di sé, della vita.
Provate a fare un semplice esercizio:ascoltatevi respirare a pieni polmoni,bene, con calma, spingendo l'aria verso l'addome, contro il diaframma. E già vi sentirete meglio, più liberi, più sicuri. Attraverso la consapevolezza del proprio corpo, si conquista quella di se stessi nella propria interezza, e della forza e della ricchezza che stanno in ciascuno di noi».
Il messaggio del massaggio
Afferma il dottor Francesco Padrini, terapeuta psicocorporeo specialista di Salve, autore del libro Dal corpo alla mente membro dell'Istituto di psicoterapia umanistica di Milano, che da quest'anno organizza corsi di rebalancing:
«Nella cultura dell'Occidente, anche quando è stato o è valorizzato, in realtà il corpo ha perduto il suo potere di comunicazione diretta e immediata, di dialogo, nel corso del quale il piacere di toccare o di farsi toccare è il più alto grado della percezione di sé come essere vivente.
La nostra cultura comunica solo con le parole, rifugge dal contatto "di pelle", lo teme. Pare che ciascuno abbia paura del proprio corpo, anche perché lo conosce poco, e del corpo degli altri: sfiorare un estraneo sembra un insulto di cui bisogna subito scusarsi, guai a non "tenere le distanze"».
Ecco: il messaggio del massaggio che è alla base del Rebalancing è proprio questo.
Toccando, colpendo, blandendo, agitando, con forza, o con dolcezza, il corpo del paziente,il rebalancer cerca le radici del suo malessere, «indaga» i nodi della sua tensione: e lo fa attraverso il contatto della propria pelle con la sua, che è anche contatto e scambio della propria energia con la sua.
di Angelo Colombo