Il massaggio aiuta a ricordare perché “siamo qui”

Il corpo rivela, il corpo parla e il massaggio Osho Rebalancing, aiuta l’ascolto della voce del corpo.

Il massaggio altro non è che una pila che illumina la notte (del e nel corpo) dovuta all'eclisse del cuore.
Per cuore intendo l'ascolto a ciò che dice il cuore, l'autostima, la fiducia in se stessi.

Cosa e chi copre il cuore? Nega la sua voce? Deforma la sua voce innocente?
Le emozioni, l'educazione (mentale) che abbiamo ricevuto.

A questo proposito ho voglia di raccontare un aneddoto accadutomi. Ero in una campeggio con i miei figli piccoli. La più grande non aveva ancora sei anni e la più piccola circa due. I bimbi scorazzavano nudi sulla spiaggia, dentro e fuori dall'acqua. Ad un certo punto la mia figlia maggiore corse da me seguita dai fratellini e da una signora giovane quanto me e alquanto battagliera. Pensai che i bimbi avessero combinato qualche marachella. Ma grande fu la mia sorpresa quando la signora mi apostrofò così:
– Di chi sono questi bambini? Guardi che vergogna! Girano nudi!
Risposi che erano i miei figli e che erano piccoli …
– Li copra, metta loro "almeno" il costume, ribadì convinta, "perché è davvero una vergogna".
I "costumini" erano lì per terra bagnati, insieme ai secchielli, palette, salvagenti e quant'altro.
Io stavo leggendo un libro. Alzai gli occhi e guardai questa bella donna: mi guardava con occhi fiammeggianti vestita con un bikini succinto, le "tette più fuori che dentro", uno slip molto succinto .. Le chiesi dove fosse la vergogna in tre bimbi nudi.

Lei mi rispose: "provocano" con la loro nudità.
Le feci osservare che solo gli “occhi malati” potevano vedere nell'innocenza della nudità di un bimbo il male, la provocazione sessuale o morale e aggiunsi provocatoriamente:
– Quel tipo di occhi cosa vedono nel suo succinto bikini? Penso sia più provocante il suo bikini della nudità dei bimbi!
Discutemmo animatamente e, comunque, il giorno dopo, misi ai bimbi il "costumino" per evitare loro e, a me, altre sgradevoli esperienze.
Cercai per loro argomentazioni, spiegazioni plausibili, per il cambiamento dei permessi … e, comunque, aggiunsi, nell'acqua potete toglierlo, se volete.

Perchè racconto questo?

Penso che quell'esperienza creò confusione nei bimbi in fatto di "libertà". Sicuramente non sapevano nulla in fatto di "vergogna" e forse, per la prima volta, "nudo" fu coniugato con "vergogna". Inoltre io stessa prima incentivavo la libertà del corpo e poi, cambiai …

Sicuramente nella mente di quella signora c’era una convinta moralità, e, nel contempo, un’esplosione ormonica che cercava di contenere dentro il suo patetico ridottissimo bikini. Ma, forse, davvero, per lei era troppo quello che vedeva.

L'ipocrisia! L'autogiustificazione. Il compromesso tra la voce interiore e quella "sociale".

Molto spesso usiamo le parole senza veramente coglierne il profondo significato e quindi effetto sulla nostra stessa energia.
Per esempio: vi siete mai trovati a dire a voi stessi "non ce la faccio" (=non ho forza abbastanza), "figurati se può accadere a me!" (=sfiducia nella vita) …. e così stiamo nella restrizione, nella rinuncia.

Anche se parliamo a noi stessi, dentro, finiamo per usare le voci parentali affettive (raramente) o normative (spesso).

Per “parentali affettive” intendo i permessi che ci diamo e quindi il sostegno nel vivere.
Per “parentali normative” intendo quei modi di dire legati al “devi, altrimenti..”, quelle voci che ancora oggi ci accompagnano nella vita e ci tolgono il piacere nel vivere, nel fare.
Il nostro dialogo interno dà impulso alle emozioni, le emozioni cambiano la chimica del nostro corpo.
Avete mai notato che il piacere, per esempio, crea un “buon odore”, mentre la rabbia ci fa odorare acre.
Piacere e dolore aumentano le endorfine nel corpo, la rabbia crea tossine nel corpo, mentre la tristezza genera stagnazione.
Per fortuna i pensieri come le emozioni si alternano.. Sì, è un po’ come andare sulle giostre.
Siete mai saliti sulle montagne russe? Conoscete quello strano feeling dovuto all'essere .. in alto, (eccitazione/paura) poi, precipitando (terrore..), infine, precipitati (paradossalmente relax) e poi ancora in risalita… e poi e poi…
Avete mai pensato che anche nella vita spesso è così.
Quando "stiamo bene" tutto è bello, visto dall'alto. Ci sentiamo aperti, invincibili, pronti a tutto, con quel pizzico di paura/eccitazione che ci motiva a "fare".
Quando la mente dubita, spesso ci paralizziamo (crisi di pura paura) o reagiamo armandoci dalla testa ai piedi (con le giustificazioni) e ci lanciamo contro.. i mulini a vento oppure ci chiudiamo in noi stessi, separandoci dal resto del mondo.
Ognuna di queste emozioni alberga dentro di noi e ha un suo spazio fisico. I muscoli sono i nascondigli delle emozioni.

Per questo il corpo rivela.

Muscoli accorciati o allungati, tesi o lassi, parlano delle nostre convinzioni prese in prestito per costruire la “personalità”, ovvero per “mostrarci”.
Alexander Lowen (allievo di W. Reich) ha sviluppato una disciplina psicologica basata sulla “lettura del corpo” (personalità, non essenza!) abbinata a tecniche per “sanare”: la “bioenergetica”. Riprendere contatto con la nostra forza vitale, la nostra essenza.
E questo perché:

Siamo nati nudi, puliti, fiduciosi, forti!

Venire al mondo non è solo lo sforzo della madre. Anche il bambino partecipa. Diciamo che fa la sua parte. Per nascere "bisogna mettercela tutta".
Tutti i vivi hanno questa forza, sennò non saremmo qui, ora: Io a scrivere, tu a leggere.

Questa forza va usata, per rinascere ogni giorno con fiducia, amore per la vita, respirando a pieni polmoni per aiutarci a vivere!

Il massaggio, il contatto col corpo attraverso mani rispettose, amorevoli, calde, forti, sicure .. ci fanno regredire per poter ripartire .. con la consapevolezza che "da oggi ce la posso fare", "qualunque cosa succeda, ho la forza, le risorse per … e, se per me è troppo, chiederò aiuto.." Anche riconoscere di avere "bisogno" crea "libertà"…

Parlo del riconoscere i propri limiti per poterli superare all'inizio, forse con l'aiuto di qualcuno, poi in autonomia e magari aiutare qualcun altro a fare il passo che siamo riusciti a fare noi.

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