Massaggio connettivale profondo

Il tessuto connettivo si riferisce ad una particolare parte del nostro corpo. La fascia.
La parola “connettivo” (il connettere) mi fa venire in mente internet. Mi piace.

C’è qualcosa nel nostro corpo che connette una parte con l’altra. Bene!
Se uso la parola “fascia”, mi viene in mente qualcosa che con-tiene, protegge, separa.
Sembrano in contraddizione, invece, è proprio così.

Ogni organo, ogni muscolo, ogni parte del nostro “meccanismo” chiamato corpo, ha intorno a sé una sorta di tessuto fasciale (fodera) che separa e protegge.
Nello stesso tempo ogni “parte” del nostro corpo vive e lavora grazie alla relazione con altre parti.

Un esempio per capire: io respiro, i miei polmoni si espandono e si contraggono. Per fare questo uso la bocca o il naso come canali, ma uso anche i muscoli relativi a queste due parti e non solo. Anche i muscoli del torace partecipano e anche quelli dell’addome. Già questi movimenti, interconnessi, obbligano le fasce (relative a questa specifica catena) a restringersi ed allargarsi e lavorare insieme.

C’è un movimento continuo nel nostro corpo. Qualora si fermasse sarebbe la fine!. Ma non si tratta solo di movimento..
Una volta che l’elemento aria è entrato nel corpo, attraverso il movimento naturale del respiro, altri organi si nutrono dei componenti chimici dell’aria (ossigeno, acqua) e, attraverso la chimica interna si trasformano.

Qui mi fermo altrimenti dovrei parlare di circolazione del sangue, degli organi relativi a e mi perderei e vi perdereste.
Non voglio entrare nel viaggio, voglio solo far presente che il nostro corpo è un meccanismo perfetto interconnesso e che, se si inceppa una parte, le altre parti sono costrette a lavorare il doppio, si usurano e si deteriorano.

La malattia, spesso, è espressione di un’usura, un super lavoro di questo o quell’organo, di questa o quella funzione.
Difficilmente è lì la causa o l’origine del malessere. Lì si manifesta. Facile siano gli organi o le funzioni alleati a non fare la loro parte di lavoro!

Il massaggio connettivale va proprio a toccare le fasce dei muscoli. Perché lavorare sui muscoli, meglio, sulle fasce dei muscoli?
Sono le più facilmente raggiungibili. Sono elastiche e soprattutto collaborano facilmente, e l’onda del rilassamento delle fasce arriva in profondità. E’ un po’ come allargare un vestito troppo attillato.

Man mano la fascia cede (e lo fa volentieri), anche il muscolo si può prendere il suo giusto spazio e, a sua volta, si distacca e cede spazio al movimento e respiro delle ossa (Scheletro).
A questo punto prendiamoci tutti un bel respiro! Inoltre prima si lavora sulla parte estrinseca, ovvero i muscoli più superficiali, poi su quella intrinseca, ovvero i muscoli più interni (psoas).

L’Osho Rebalancing utilizza l’elasticità propria della componente acqua nel nostro corpo. La tecnica “massaggio connettivale” si avvale nel tocco, dell’elemento acqua proprio del nostro corpo. L’80% e più. Le mani “affondano” proprio come affonda un elemento solido nell’acqua del mare. Si lasciano prendere dentro. Senza lotta, senza sforzo. Ogni respiro permette alle mani di “penetrare” sempre più. Fin dove viene permesso.

Accade anche che affiori il dolore, a volte tanto dolore, sia fisico che psichico. Sin dal tocco più superficiale anche se fatto con estrema leggerezza. Gli sbarramenti corrispondono alle “tensioni”, dovute spesso a traumi fisici o psichici. Paura dunque. Si va a incontrare la paura annidata con rispetto e delicatezza, portando il respiro, che crea spazio….

Il massaggio connettivale “crea spazio” all’armonia, all’equilibrio, alla vita. Allentando le fasce muscolari, le tensioni annidate nel tessuto muscolare, si allentano, e, piano piano, possono sciogliersi.
La funzione muscolare ha stretta, intima direi, relazione con la “struttura” ossea (inner core), che si articola (articolazioni) grazie al movimento dei muscoli.Muscoli flessibili significano corpo flessibile, funzioni armonizzate. Grazia nel movimento. Senso di libertà. Ben-essere.

La base del lavoro è “tecnica”, ma il modo di toccare si differenzia da tecniche omonime. Diventa arte. Un’espressione artistica. Il massaggio profondo lo può fare, secondo me, solo chi è disposto ad andare nel proprio profondo e guardare e accettare ciò che trova.

Il tocco sensibile (the sensitive touch) si apprende nell’esperienza su di sé, nella pratica, nella meditazione, soprattutto nella consapevolezza di ciò che stiamo facendo, nel rispetto delle resistenze che incontriamo, nella pazienza, nel saper aspettare… Nel non voler ottenere risultati subito per dimostrare quanto sia valido questo lavoro. Nel saper accettare anche il rifiuto. E molto altro che potete imparare solo sperimentando in prima persona.

Partecipando ad un percorso di apprendimento di tecniche, “esperienziando” ognuna di esse su di te, imparando a diventare attivo, passivi e testimoni. Un percorso che può diventare un arricchimento da condividere, da offrire. 
Fa parte dei percorsi che possono essere anche chiamati “l’arte di vivere e amare”.

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