L'altro giorno è arrivata da me una giovane insegnante precaria, che chiamerò Gaia (nome inventato).
Mi aveva telefonato già un paio di volte per avere informazioni. Era molto interessata a "provare questo massaggio terapeutico” (a lei era arrivato così). Gliene aveva parlato un amico con molto trasporto …ma ciò che la frenava era il prezzo.
Prima ha cercato di contrattare un po', poi, visto che non discutevo sul prezzo, ha concluso con il solito "richiamerò".
Sono passate un paio di settimane e poi rieccola.
Decisa, curiosa, disponibile a“pagare il prezzo”. Fissiamo l'appuntamento.
Mi racconta che con l'estate è finito il suo incarico a tempo, che non sa se sarà riconfermata, che il suo lavoro le piace molto ma la crisi le ha tolto ogni speranza di poter avere un lavoro, di potersi mantenere. Fino a giugno ha fatto l'insegnante di sostegno, ma è stato un ripiego.
Le chiedo di più del suo lavoro, dello stato d’animo attuale e cosa si aspetti da questo massaggio.
In particolare si occupa di espressione corporea. Lavora con i bimbi piccoli e con gli adolescenti con problemi di apprendimento ed espressione sia fisica che verbale.
Gaia s'infervora nel descrivermi il suo lavoro.
Parliamo in inglese (che non è nè la sua lingua nè la mia) e cerca le parole “giuste” assicurandosi d’essersi espressa correttamente. Ad un certo punto le ricordo che l’inglese non è nemmeno la mia lingua e che forse lei si esprime perfettamente e magari io interpreto le sue parole…
A quel punto usa di più l’espressione corporea e mi dice che ha fatto anche una scuola di teatro, (la sua vera passione) ma nel teatro oggi è ancora più difficile trovare lavoro che nella scuola. Ci sono ambiti privati, sottopagati e assolutamente insicuri.
Per questo ha pensato che a quasi 40 anni è arrivato il tempo di "riprofessionalizzarsi", di "inventare" un lavoro. Una questione di dignità. Ma prima vuole “sentirsi” e decidere con “tutta se stessa”, per questo le interessa questo tipo di massaggio.
Mi incuriosisce, questa giovane donna. Immagino sia molto in contatto con il corpo e quindi cominciamo il massaggio Osho Rebalancing, in particolare comincio con il Joint Release.
Con questo approccio vedo, sento, subito, la risposta del corpo. L'onda si infrange contro la resistenza o fluisce e ritorna?
In questo caso, questa tecnica, il Joint Release, è un prezioso rivelatore di controllo e tensione. Le emozioni sono bloccate o si trasformano, si lasciano andare?
Nella risposta corporea di Gaia sento esattamente quello che mi hanno detto le sue parole: controllo, rabbia e tristezza insieme, sento il suo bisogno di volare, volare via dalla paura che l'insicurezza del momento la pervade.
“Gioco” col suo corpo: gambe, spina dorsale, braccia e collo… e poi comincio a "spargere" un po' di olio che mi permette di far scivolare le mie mani sul suo corpo.
Comincio dalla schiena, spalle "tese" nella norma delle persone stressate del quotidiano, braccia che fanno fatica ad aprirsi, ad allungarsi, zona interscapolare dolorosa, zona lombare affaticata e zona sacro-lombare dolente. Tutta la spina dorsale in qualche modo è "dolente".
Il respiro di Gaia è minimo. La invito a respirare "dove tengo le mie mani" ma fa fatica sia ad inspirare a fondo che ad espirare, lasciare andare. Metto "in nota" nel mio cuore questa informazione.
E' poi arrivato il tempo di concludere il massaggio. Ho chiesto a Gaia di mettersi prona e mi sono ricordata della "nota respiro". Le ho messo una mano sul torace-cuore.. e le ho chiesto di portare l'attenzione al suo respiro: inspirazione -espirazione … Dopo nemmeno 2 minuti il corpo di Gaia ha cominciato a vibrare, tremare. Gli occhi si sono spalancati ed erano pieni di paura e lacrime. Le sue labbra si stringevano forti per non esprimere il pianto che la stava sommergendo. Le ho comunicato in maniera non verbale che "poteva piangere, che andava bene così" … e un pianto liberatore ha concluso un rilassamento emozionale già in atto…
Questa sessione per Gaia è stata una rivelazione di come l'insicurezza economica la conduca facilmente sul sentiero della paura: paura di vivere, di sentire, di esprimersi. Paura/desiderio di cambiare qualcosa.
Lei che si sentiva e si sente ancora un'anima libera, ora si sente schiava, e respira quel tanto che le basta per sopravvivere .. “Non è così che si deve vivere” mi dice piangendo.. e ancora “Il sistema ci prende per il naso e ci porta dove vuole .. beh è arrivato il tempo di cambiare, cambiare per vivere, non per sopravvivere…. ed io troverò la strada. Non posso appoggiarmi ancora oggi ai miei genitori…..”
Gaia mi ha chiesto la storia del Osho Rebalancing, mi ha chiesto dove come quando ci sarà il prossimo inizio di formazione. Con questo lavoro nelle mani, più quello che già possiede come formazione, sente che di nuovo, per lei, esiste un modo di re-inventarsi la vita.