E’ possibile che dopo un massaggio OshoRebalancing io veda meglio?
Meditare migliora la vista?
La consapevolezza del proprio sè ha a che fare con la vista?
Queste domande mi fanno molto piacere, perché mi permettono di parlare di uno degli effetti secondari del lavoro sul corpo, forse più importante del risultato primario (il rilassamento), lo stare meglio, il sentirsi “più alti”, “più leggeri”, “più coi piedi per terra”, “più in equilibrio”. Mi permetto di sottolineare che, se non avesse il nome “Osho Rebalancing”, non sortirebbe questi effetti. Perché succede di “vedere” meglio dopo un massaggio OshoRebalancing? Il segreto, per me, sta nella prima parte del nome: Osho, (il nome del Maestro) che ci ha aiutato a scoprire e “innamorarci” dello spazio della Meditazione, imparare a vivere la nostra vita quotidiana all’insegna della consapevolezza. Ci ha fatto scegliere la qualità della vita. Rebalancing significa ri-equilibrio, ed ha a che fare con le tecniche di manipolazione del tessuto connetivo.
Osho Rebalancing massage, questo approccio al corpo-mente, fonda il suo “agire” nello spazio chiamato “meditazione”. Usare la tecnica manuale andando oltre la tecnica. Agire senza agire. Entrare in profondità nel corpo fisico lasciando affondare piano piano le mani nel corpo del massaggiato, grazie alla parte liquida del nostro corpo, che mi permetto di ricordare ancora una volta, è più dell’80%. Senza questo spazio, le tecniche che caratterizzano il massaggio connettivale, o posturale o riequilibrante, diventerebbe uguale ad una qualunque tecnica di manipolazione corporea. Il massaggio posturale e/o connettivale va a manipolare la fascia, e con la fascia tocca le emozioni nascoste nei muscoli, che sono tesi proprio per proteggere il dolore. Quando un massaggio accade in uno spazio di meditazione, di consapevolezza, gli occhi tornano ad essere strumenti di un’altra Vista, quella del cuore, del terzo occhio. Si possono vedere le origini del proprio dolore. Comprendere le cause delle nostre tensioni e così poterle lasciar andare. Quando l’operatore, il rebalancer, tocca il dolore altrui come “testimone” il dolore quasi non viene sentito, viene “visto”, e quelle mani rispettose lasciano guardare e suggeriscono un buon motivo per lasciar andare la resistenza. Il dolore si trasforma in pura gioia. Il dolore acuisce e si nasconde ancora più in profondità solo quando il tocco è disattento, irrispettoso. Quando chi tocca non vede-sente la ragione della resistenza/tensione che è lì ed abusa dell’accoglienza ricevuta.
Cosa c’entrano gli occhi? Gli occhi sono la nostra finestra sul mondo. All’inizio i nostri occhi erano aperti, spalancati. Hanno visto tutto, anche più del tutto. Poi i nostri occhi hanno scelto di sfocare molte delle cose che ci facevano male, hanno distolto lo sguardo. In qualche modo si sono “ristretti”, hanno volontariamente ridotto la capacità di vedere il Tutto. Prima erano una sorte di ponte su cui transitava armonicamente l’energia in entrata e quella in uscita. Era una fonte di scambio continuo. Piano piano i nostri occhi sono diventati l’ultimo nostro baluardo per far entrare e/o uscire l’energia. Una sorta di posto di controllo. Molte distorsioni visive hanno a che fare con le nostre emozioni (vedo lucciole per lanterne, sono acceccata dalla rabbia, vedo rosso, mi si annebbia la vista …), a volte addirittura dalla nascita.
Avere gli occhi non vuol dire vedere ciò che c’è. La differenza tra guardare e vedere.
Personalmente ho scoperto di recente di avere una lesione al nervo ottico “dalla nascita”, lesione che ha caratterizzato la mal-“formazione” del mio bulbo oculare (fuori dalla norma comune) Ma chi l’avrebbe mai detto?. Forse per questo poi sono diventata astigmatica, anche un po’ miope, ed ora, da vecchina anche un po’ presbite. Pur non vedendo “bene” ho spesso rifiutato di usare gli occhiali. Mi dicevo che se i miei occhi avevano deciso di non voler vedere, perchè dovevo forzarli? Anche ora li porto malvolentieri. Questa mia insofferenza agli occhiali mi ha sollecitato a giocare con i miei occhi, con la mia vista. L’apprendimento e l’uso di tecniche di meditazione mi hanno aiutato a comprendere la differenza tra guardare e vedere. Quando guardo … la mia vista migliora. Quando devo vedere, la mia vista diminuisce in tutti i sensi. Ho capito, per esempio, che i miei difetti visivi si accentuano quando uso la vista per controllare la realtà circostante. Se permetto che la realtà entri piano piano nei miei occhi, VEDO. Non devo assolutamente fare pressione al mio vedere. Se pretendo di vedere, stento a vedere. Mi fisso sui particolari e perdo l’insieme. Se metto gli occhiali da miope-astigmatica quale sono, vedo “meglio” le cose, sono più dettagliate, ma la realtà mi si allontana e perdo l’insieme. Quindi vedo meno.
Ho sperimentato nell’arco degli anni che dopo una meditazione è facile che io non abbia bisogno degli occhiali per qualche minuto, perché i miei occhi si sono rilassati e “accolgono” ciò che c’è fuori. Se cammino per la strada “consapevolmente”, fidandomi dei miei piedi, gambe, corpo mi accorgo che gurdando in lontananza Vedo anche senza occhiali.
Dopo aver fatto o ricevuto un massaggio OshoRebalancing ho la stessa sensazione nei miei occhi. Mi è facile per un certo lasso di tempo sentirli rilassati, larghi, aperti. Ho la sensazione di “guardare e vedere” senza sforzo.
Rispondo dunque alla domanda iniziale:
“E’ possibile che dopo un massaggio OshoRebalancing io veda meglio?” Certo, è possibile! E’ l’operatore del massaggio Osho Rebalancing che fa la differenza. Quando l’operatore del massaggio OshoRebalancing e il massaggiato si sono incontrano nello spazio vuoto chiamato Meditazione, è quasi garantito che anche la vista migliori, oltre a tutto il resto.
Concludendo, quando si riesce a raggiungere lo spazio della meditazione insieme, come nel massaggio OshoRebalancing, si risveglia il guaritore interno che celebra LA CONSAPEVOLEZZA del proprio sè, portando ben-essere in ogni parte del nostro corpo, inclusa la VISTA.